Le realtà metropolitane sono tra i principali luoghi in avvengono i più importanti e significativi cambiamenti in cui un progetto architettonico si fa interprete concreto delle nuove esigenze che scaturiscono dalle dinamiche sociali, economiche, ambientali e, ovviamente culturali in atto. Nel nostro Paese, oggi, a crescere e a, soprattutto, a diffondersi con sempre maggior vigore è l’attenzione e, con essa, il desiderio di vivere in un quartiere urbano capace di offrire ai residenti (e non solo) una migliore qualità della vita quotidiana. In tale ambito, a svolgere un ruolo di primo piano è tutto ciò che attiene all’ambiente naturale, agli spazi verdi, a una viabilità agevole, ma rispettosa del contesto circostante.
Quando si parla di quartieri “a misura d’uomo”, non a caso, ci si riferisce e in modo particolare anche alle modalità attraverso le quali viene strutturato un progetto architettonico in modo da conciliarsi direttamente sia con l’ecosistema e sia con le aspettative delle persone: in special modo all’interno di una grande realtà urbana, tale aspetto assume un ruolo decisamente cruciale per la qualità stessa della vita di tutti i giorni.
UN QUARTIERE PROIETTATO VERSO IL FUTURO
Tra gli esempi maggiormente rappresentativi di tale trend, a spiccare è il progetto architettonico rivolto a dare un volto e una nuova identità al quartiere milanese di Santa Giulia. Nel dettaglio, Milano Santa Giulia è fra le più importanti aree di rigenerazione urbana della città lombarda che, promossa dalla società Lendlease, si pone in qualità di cerniera tra il capoluogo meneghino e le provincie meridionali della Lombardia, oltre a essere un importante snodo di diversi sistemi territoriali: oltre alle vie di collegamento (l’aeroporto di Linate, il sistema tangenziale e autostradale, la stazione ferroviaria dell’alta velocità di Rogoredo, le linee metropolitane M3 e M4), si pensi alle infrastrutture territoriali (l’Ortomercato, l’area dell’ex macello, lo scalo ferroviario di Porta Romana), ai nuclei storici in maggior parte residenziali (Rogoredo) e ai cosiddetti “vuoti urbani” che rappresentano la riserva di spazi naturali dell’area metropolitana (Chiaravalle, il Parco Monluè, il fiume Lambro, il Parco Lambro e il Parco Forlanini).
Il fulcro dell’innovativo progetto architettonico consiste proprio nel dialogo con il paesaggio limitrofo: difatti, le infrastrutture della mobilità e del trasporto di tutto il quartiere si collegano agli spazi di verde urbano, alle aree destinate all’agricoltura nell’area sud-est del territorio e ai corsi d’acqua. In questo modo, ciò che viene generato è un centro decisamente contemporaneo, caratterizzato da spazi aperti e naturali che, da una parte, sia rispettoso del tessuto urbano preesistente al quale estendere il proprio impatto rigenerativo e che, dall’altra, sia efficacemente connesso con il contesto circostante dal quale ne assorba, simultaneamente, proporzioni, morfologia e, ovviamente, identità.
UNA NUOVA FORMA DI ARCHITETTURA URBANA
Per quanto riguarda il disegno urbano relativo al quartiere milanese di Santa Giulia, il principale motivo ispiratore di tale nuova forma di architettura è individuabile nelle piante, nelle foglie e nelle rispettive nervature: tali elementi sono particolarmente assimilabili a ecosistemi in quanto, da un lato, trasmettono tra di loro informazioni e, dall’altro, rispondono agli stimoli di provenienza esterna grazie alla percezione dell’ambiente. Inoltre, si avvalgono di meccanismi di tipo attivo e passivo tramite lo sfruttamento dell’energia circostante che li inducono a movimenti complessi ottimizzando l’adattamento a tutto ciò che è di provenienza esterna.
Ed è proprio da tale vision che è stato sviluppato il masterplan (cronoprogramma del progetto architettonico) di Milano Santa Giulia: una frazione della città che è portata a vivere in relazione al proprio contesto, un ecosistema che viene sviluppato su due assi portanti che vanno a determinare lo spazio creato dallo spazio verde. Il progetto architettonico del quartiere di Santa Giulia, per la cui area di intervento è prevista la registrazione al protocollo LEED Neighborhood Development, prevede un mix funzionale così strutturato: il cuore dell’intervento di rigenerazione cittadina è un grande parco urbano (per estensione, il terzo di Milano), dotato di attrezzature ad hoc per lo sport e per il tempo libero, attorno al quale sono state previste quattro importanti funzioni pubbliche (il Museo per i Bambini, una seconda sede del Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi “Il Bosco della Musica”, un’arena per eventi e, infine, un’area commerciale di nuova generazione).
SERVIZI AGGIUNTIVI E NUOVE FUNZIONALITÀ
Inoltre, a completare il quadro progettuale sono la realizzazione di servizi alle persone e alle imprese posti all’interno degli edifici esistenti da conservare e al piano terreno di alcuni dei nuovi edifici per la costruzione di una “rete” urbana a servizio non soltanto del nuovo quartiere, ma anche della città che la accoglie considerata nel suo insieme. Da notare, inoltre, che è proprio dal progetto architettonico emerge naturalmente un ordine di tipo geometrico, un insieme di assi portanti, tra i quali a spiccare è l’asse diagonale (a prevalente vocazione ciclopedonale e di trasporto pubblico che attraversa il parco e connette Piazza Tina Modotti con la parte più a nord di Milano Santa Giulia) e l’asse pedonale (posizionata fronte parco e che va a costeggiare il futuro grande lago). A innestarsi sulla struttura di tali direttrici è il disegno del “crescent” e dei boulevard urbani che formano la trama urbana del quartiere, predisposti in modo da collegare un sistema di piazze e di funzioni pubbliche con gli spazi aperti, i viali alberati, le strade residenziali e i giardini.
UN NUOVO CONCETTO DI CITTÀ TUTTA DA VIVERE
Pertanto, emerge un concetto concreto di “città compatta”, nel cui ambito la viabilità carrabile principale resta quella di perimetro, collocata adiacente alle aree a maggiore densità infrastrutturale e distante dal centro della vita urbana. Di notevole rilevanza è l’iniziale analisi climatica delle ombre e della radiazione solare a scala urbana che ha marcatamente contribuito a sviluppare una matrice ambientale che ha consentito di identificare delle strategie ad hoc per le differenti aree del quartiere. Avvenuta attraverso sia l’orientamento e sia l’ottimizzazione della loro massa, la stessa modellazione degli edifici del masterplan ha consentito di monitorare i guadagni solari diretti in modo da massimizzare non soltanto l’efficienza della produzione di energia rinnovabile, ma anche il livello di riscaldamento all’interno degli edifici e, al tempo stesso, ha permesso di ottenere il massimo rendimento dalla ventilazione naturale che porterà un maggior livello di comfort agli ambienti interni ed esterni.
Mario Cucinella, Founder and Design Director di MCA (Mario Cucinella Architects), ha così commentato l’importante progetto architettonico: “Il masterplan di Milano Santa Giulia prende ispirazione dalle piante, dalle foglie e dalle loro venature: elementi che sono in scambio continuo con l’ambiente circostante e che si adattano al clima. Il disegno urbano si ispira a un ecosistema nel quale i percorsi organici agiscono come vene che nutrono l’intero sistema e i volumi costruiti si fondono con gli elementi naturali”.