Lo scorso 12 Marzo 2024 e con ampia maggioranza (343 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astensioni), il Parlamento dell’UE ha approvato la Direttiva Europea Case Green: di fatto e nelle intenzioni, si tratta di un passaggio pressoché cruciale nel percorso rivolto sia alla sostenibilità ambientale che all’efficienza energetica. Nel dettaglio, questa particolare novità legislativa colorata di “green” e targata Unione Europea relativamente ai condomini e all’edilizia pubblica è stata approvata con l’obiettivo, per i 27 Stati membri, di raggiungere edifici a emissioni zero entro il 2050. Con tale provvedimento di legge, l’Europa intende impegnarsi per ridurre marcatamente l’impatto sul versante ambientale del proprio parco immobiliare. Pertanto, tale patrimonio immobiliare, al quale è attribuito sia il 40% del consumo energetico che il 36% delle emissioni di CO2 del vecchio continente, è destinato a vivere una lunga e intensa fase di drastica trasformazione.
SOSTENIBILITÀ ED EFFICIENZA ENERGETICA
L’obiettivo insito nella proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica in ambito edile riguarda una sostanziale diminuzione sia delle (nocive) emissioni di gas a effetto serra e sia del consumo energetico in tale comparto entro il 2030 in modo da raggiungere la cosiddetta “neutralità climatica” entro il 2050. Un duplice quanto ambizioso obiettivo, quindi, che è destinato, nelle intenzioni del legislatore europeo, a introdurre una fase di significativa trasformazione in senso ecologico del parco immobiliare del vecchio continente. In particolare, ristrutturare un più vasto numero di edifici dall’insufficiente inefficienza energetica e ottimizzare la condivisione delle informazioni attinenti al rendimento energetico sono ulteriori obiettivi insiti nella Direttiva Europea Case Green. Nel dettaglio, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028, mentre, per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche, la scadenza è stata fissata al 2026.
Inoltre, tutti i nuovi edifici (per i quali sarà tecnicamente ed economicamente possibile) dovranno dotarsi di apposite tecnologie solari entro il 2028, mentre per gli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti la data limite è stata fissata al 2032. Ma c’è dell’altro: sempre stando al provvedimento del Parlamento Europeo, gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e quella D entro il 2033, mentre per gli edifici non residenziali e per quelli pubblici il raggiungimento delle stesse classi dovrà avvenire, rispettivamente, entro il 2027 ed entro il 2030. Per considerare le diverse situazioni di partenza nelle quali si trovano i parchi immobiliari nazionali, nella classificazione di efficienza energetica che va dalla lettera A alla lettera G, la classe G dovrà corrispondere in misura pari al 15% degli edifici con le peggiori prestazioni energetiche presenti in ciascun Stato membro dell’Unione Europea.
CASE SEMPRE PIÙ GREEN
Da sottolineare che la Direttiva Europea Case Green comprende l’introduzione del “passaporto case green”, un importante documento che svolgerà un ruolo da protagonista durante il percorso di transizione ecologica del parco immobiliare europeo, stabilendo le modalità di ristrutturazione orientate all’ottimizzazione dell’efficienza energetica degli edifici. In tale contesto normativo, saranno i singoli Paesi dell’UE, al fine di raggiungere tali obiettivi, a stabilire le misure necessarie nei rispettivi piani nazionali di ristrutturazione. Nell’ambito della Direttiva Europea Case Green, per di più, si citano delle misure di sostegno rivolte al contrasto della povertà energetica: in sostanza, saranno i piani nazionali di ristrutturazione a prevedere regimi di supporto atte ad agevolare l’accesso alle sovvenzioni e ai finanziamenti. Gli Stati membri dell’Unione Europea dovranno predisporre opportuni punti di informazione e specifici programmi di ristrutturazione neutri dal punto di vista dei costi.
Oltre a ciò, i regimi finanziari saranno chiamati a prevedere un premio considerevole per le cosiddette “ristrutturazioni profonde” (in particolare, come nel caso degli edifici con le prestazioni peggiori) e sia sovvenzioni che sussidi ad hoc destinati ai nuclei familiari vulnerabili. La Direttiva Europea Case Green non si applica ai monumenti e i singoli Stati membri dell’UE avranno la facoltà di estromettere anche edifici protetti in forza del rispettivo e particolare valore di tipo architettonico o storico, edifici tecnici, edifici utilizzati temporaneamente, chiese e altri luoghi di culto. Inoltre, i singoli Paesi dell’Unione Europea potranno estendere le esenzioni anche agli edifici di edilizia sociale pubblica in cui gli interventi di ristrutturazione potrebbero comportare aumenti degli affitti non adeguatamente compensati dai maggiori risparmi sulle bollette energetiche.
UN PASSAGGIO EPOCALE
La Direttiva Europea Case Green prevede che, agli Stati membri dell’UE e per una limitata percentuale di edifici, sarà consentito di adeguare i nuovi obiettivi in funzione sia della fattibilità economica e tecnica delle ristrutturazioni che della disponibilità effettiva di manodopera qualificata. Nel corso dei lavori di approvazione della recente Direttiva Europea Case Green, il relatore Ciarán Cuffe ha puntualizzato quanto segue: “L’impennata dei prezzi dell’energia ha riportato l’attenzione sull’efficienza energetica e sulle misure di risparmio energetico. Migliorare le prestazioni degli edifici europei abbasserà le bollette e la nostra dipendenza dalle importazioni di energia. Vogliamo che la direttiva riduca la povertà energetica e le emissioni, e garantisca migliori ambienti interni per la salute delle persone. Si tratta di una strategia di crescita per l’Europa che creerà centinaia di migliaia di posti di lavoro locali e di buona qualità nell’edilizia, nelle ristrutturazioni e nelle energie rinnovabili, migliorando il benessere di milioni di persone che vivono in Europa”.
Come riportato in una nota ufficiale del Parlamento Europeo, in tempi brevi, saranno avviati dei negoziati con i vari governi dell’UE per concordare la forma definitiva della normativa. In particolare, diversi Paesi membri, tra i quali l’Italia, hanno già provveduto a chiedere una maggiore flessibilità nell’imporre i nuovi standard previsti nella nuova normativa: nel nostro Paese, i timori prevalenti riguardano, in modo particolare, l’entità dei costi da sostenere da parte dei proprietari di unità immobiliari. In ogni modo, è opinione sempre più diffusa tra gli osservatori e gli operatori del mercato immobiliare che, considerati i più che potenziali costi per l’adeguamento degli immobili ai nuovi standard energetici, non dovrebbero mancare deroghe e aggiustamenti proprio nell’ambito dell’attuazione della Direttiva Europea Case Green in modo da venire incontro ai tanti che, a diverso titolo, sono e saranno direttamente coinvolti in tale (epocale) percorso di conversione ecologica degli edifici presenti nel vecchio continente.