Pressoché con cadenza quotidiana, fare la spesa alimentare per sé o per il proprio nucleo familiare è un’attività che rientra nell’esperienza di acquisto in qualità di consumatori. In genere, si sta particolarmente attenti ai prezzi dei prodotti e alle offerte che, con usuale frequenza, ogni retailer di piccole, medie o grandi dimensioni propone a chi accede presso i punti vendita al dettaglio. Non di rado, la nostra attenzione si focalizza sull’individuazione di uno o più prodotti che rientrano tra i nostri preferiti da consumare a tavola, anche se non manca una certa considerazione rivolta anche al packaging. Fin qui, tutto normale: sembra che fare acquistare beni alimentari sia un’attività di scelta basata su questi pochi, ma comunque non marginali, fattori. In realtà, è nel nostro Paese che emerge un gap, un’area di criticità che attiene direttamente al modo di fare food shopping: nello specifico, fin troppi consumatori, ancora, non prestano la dovuta attenzione nel leggere la singola etichetta alimentare posizionata sulla confezione dei prodotti.
Va tenuto presente che ogni etichetta alimentare fornisce informazioni di nostro diretto interesse: la denominazione dell’alimento, l’elenco degli alimenti, l’indicazione della presenza di sostanze o di prodotti che provocano allergie o intolleranze e, infine, dettaglio molto più che rilevante, la data di scadenza. L’elenco completo delle indicazioni che ogni etichetta alimentare è obbligata a riportare può essere consultato all’articolo 9 del Regolamento Europeo relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori. La finalità di ogni etichetta alimentare consiste nel fornire un basilare supporto al consumatore finale in modo da aiutarlo ad assumere scelte consapevoli durante la fase di acquisto.
ETICHETTA ALIMENTARE SEMPRE SOTTO GLI OCCHI, MA NON PER TUTTI…
Non tutti i consumatori, però, leggono la citata etichetta con la dovuta attenzione: difatti, stando ai dati riportati nella quattordicesima edizione dell’Osservatorio Immagino GS1 Italy, il 42% di coloro che fanno la spesa consulta l’etichetta di tutti o di quasi tutti i prodotti che trovano esposti sugli scaffali, mentre il 53% la guarda soltanto per alcune categorie di prodotti. Nell’ambito dell’indagine suddetta, il 6% degli intervistati, addirittura, ha dichiarato di non leggerle mai e, in quest’ultimo caso, la motivazione di tale omissione risiede nella tradizionale frequentazione del prodotto e della marca (38%) e, ma più marginalmente, nella fretta con cui si fa la spesa (1 su 5 ha dichiarato di non avere abbastanza tempo a disposizione per soffermarsi) o per mancanza di curiosità residua (il 16% ritiene di esserne già abbastanza informato).
Non mancano coloro che non leggono la singola etichetta alimentare per mancanza di tempo (19%), mentre il 12% ha affermato di incontrare difficoltà nel comprendere le informazioni riportate proprio sull’etichetta. Tra i prodotti food maggiormente controllati emergono i piatti pronti, i salumi e i formaggi confezionati, lo scatolame e i prodotti freschi. Inoltre, come sottolineato nel report, non mancano anche alcune sorprese positive: per esempio, il 60% degli acquirenti di passate, polpe e prodotti a base di pomodoro e il 44% di quelli di tè, caffè e tisane legge l’etichetta alimentare direttamente sul punto vendita, segno, questo, che il consumatore di oggi tende sempre meno a scegliere “a occhi chiusi”.
FARE SPESA IN MODO CONSAPEVOLE
Come trend generale, nonostante un certo ritardo nell’aderire a una maggiore attenzione da rivolgere a ogni singola etichetta alimentare, si evidenzia che la consapevolezza in tema di spesa è comunque in fase di crescita sia per motivi economici che per motivi attinenti alla salute. Verificare la data di scadenza, controllare l’origine del prodotto e l’eventuale contenuto di grassi e di zuccheri rientrano tra i principali motivi della lettura delle etichette. In particolare, si presta sempre più attenzione anche alla sostenibilità, controllando che il prodotto non contenga agenti di tipo inquinante e che sia in grado di rispecchiare determinati valori quali l’assenza di test sugli animali (in prevalenza, questo vale per i prodotti cosmetici).
In più, va sottolineato che, da qualche anno, è andato diffondendosi il codice QR che permette agevolmente al consumatore, nel corso della sua esperienza di acquisto, di accedere in modo rapido a tutta una serie di utili informazioni sul prodotto semplicemente inquadrando il codice con il proprio smartphone. Quello del codice QR è uno strumento indubbiamente apprezzato, dal momento che ben il 65% degli intervistati ha dichiarato di conoscerlo e, soprattutto, di utilizzarlo, mentre il 24% lo conosce, ma non lo utilizza, l’8% ne ha solo sentito parlare e, infine, il 3% non lo conosce assolutamente.
Essere consumatori e, quindi, fare acquisti alimentari richiede una costante attenzione sia ai dettagli che al modo di approcciare la spesa, tanto che diventa sempre più importante assumere una corretta ed equilibrata strategia anche quando si tratta di fare shopping alimentare e senza fare troppo affidamento su quanto viene, non così di rado, pubblicato sui social networks. Certamente, leggere attentamente ogni etichetta alimentare è un’opzione importante a vantaggio del proprio benessere, ma, oltre a ciò, è sempre bene seguire degli ulteriori accorgimenti per rendere di qualità la nostra spesa con un occhio rivolto anche ai costi da sostenere per gli acquisti. In primis, occorre pianificare gli acquisti: predisporre in anticipo una lista della spesa è d’aiuto non soltanto per ottenere un quadro preciso dei prodotti davvero necessari, ma serve anche a evitare sia i cosiddetti acquisti d’impulso e sia il rischio di fare food waste (spreco alimentare).
A CACCIA DI CONVENIENZA
Di grande rilevanza è anche porre a confronto prezzi e offerte praticati dai vari punti vendita: tramite Internet e le app che gli ipermercati e i supermercati mettono a disposizione dei consumatori, è possibile confrontare e in real time prezzi e offerte. Non di rado, le app e le carte fedeltà propongono anche sconti vantaggiosi, tuttavia, resta importante verificare che i prodotti acquistati siano concretamente necessari. Poi, non deve mai mancare la giusta attenzione rivolta agli allergeni: in modo da evitare sorprese di segno negativo, conviene sempre controllare la presenza di allergeni comuni, quali glutine, lattosio, uova, arachidi e altri ancora che, a volte, possono nascondersi anche nei prodotti più impensabili: si tratta di informazioni che vengono riportate sulle etichette e che sono importantissime per le persone con allergie alimentari. Un consiglio ulteriore riguarda l’acquistare prodotti sfusi: come noto, i prodotti confezionati possono apparire come particolarmente attraenti, ma scegliere quelli sfusi, spesso, comporta interessanti vantaggi: innanzitutto, ciò consente di acquistare l’esatta quantità necessaria e, eliminando il packaging, anche di risparmiare del denaro.
UNA QUESTIONE ANCHE DI BUDGET
Prima di recarsi nel punto vendita per fare acquisti, è buona norma stabilire un apposito budget di spesa, dal momento che rispettare il limite di spesa che ci si è imposti diventa un’ottima opzione per gestire ancora meglio le proprie finanze ed è proprio in tale ottica che alcuni ipermercati e supermercati mettono a disposizione dei clienti degli appositi lettori di codice a barre che consentono di avere sempre sott’occhio la somma che si sta spendendo, specialmente, in tempi di inflazione irrequieta. Fare spesa alimentare è anche un’attività che deve rifarsi alla qualità dei prodotti ed è in questo senso che conviene preferire i prodotti di stagione, in particolare, frutta e verdura che, quando sono della stagione in corso, sono più fresche e anche meno costose. Quindi, privilegiare prezzi, offerte e qualità, certamente, ma anche lettura attenta della singola etichetta alimentare per una strategia di spesa corretta e conveniente.