Nell’epoca attuale, così fortemente caratterizzata dalla crescente e ineluttabile digital transformation, sono sempre più numerosi i termini inediti che, spesso, capita di sentire o di leggere. Tra questi, spicca il termine nomadi digitali. Va detto che si tratta di un termine direttamente collegato a una nuova modalità di gestire la propria vita lavorativa mixandola alla propria vita privata: in costante e sempre più rapida evoluzione grazie all’avanzare globale della tecnologia, è nell’ambito del variegato mondo del lavoro che ha fatto la propria comparsa una nuova generazione di liberi professionisti che sfruttano gli strumenti digitali e della Grande Rete (Internet) per lavorare da remoto e, pertanto, praticamente ovunque. Quindi, ecco i nomadi digitali: sono quei liberi e, molto spesso, giovani professionisti che scelgono di svolgere le rispettive attività lavorative in modo, per l’appunto, nomade, spostandosi in località anche molto distanti da quella di residenza. Quindi, un fenomeno basato sul concetto di smart working.

LA NARRAZIONE ROMANTICA DEI NOMADI DIGITALI

Nomadismo digitale

Per certi versi, è proprio in merito alla vita dei nomadi digitali che, durante l’ultimo triennio, in particolare, è stata veicolata tramite i social network una narrazione dal sapore sia un po’ romantico (forse, anche un po’ romanzato) e un po’ idealista del tipo, per esempio, lavorare con il proprio laptop comodamente seduti davanti a una spiaggia dorata o immersi in una località selvaggia in cui la natura è brillantemente rigogliosa o, ancora, affacciati su una delle principali vie di una delle più grandi e affascinanti capitali del mondo. Le giornate dei nomadi digitali, pertanto, possono essere definite come il risultato di una vera e propria scelta di vita intrapresa da individui che scelgono di viaggiare per il pianeta mentre svolgono on line la rispettiva attività lavorativa. In linea generale, i nomadi digitali vengono diffusamente considerati come professionisti particolarmente qualificati e, allo stesso tempo, come esperti di strumenti digitali. Un ingente numero di nomadi digitali svolge la sua attività professionale in settori specifici quali l’information technology, il digital marketing e il design, per non parlare degli YouTuber più affermati e soltanto per citarne alcuni. Di particolare interesse, al fine di chiarire l’ampiezza del fenomeno su scala globale, risulta la consultazione on line di qualificati aggregatori di dati statistici.

UN TREND SU SCALA GLOBALE

Smart working

Vediamo i numeri più salienti: i nomadi digitali guadagnano circa il 10-15% in più rispetto ai loro colleghi d’ufficio, circa il 20% dei nomadi digitali svolge attività imprenditoriale, 1 su 5 dei nomadi digitali proviene dagli Stati Uniti d’America, più di 3,2 milioni di spazi di coworking sono a disposizione dei nomadi digitali in tutto il mondo, il lavoro a distanza è aumentato in misura pari al +44% nel corso degli ultimi 5 anni, il 22% dei nomadi digitali lavora come sviluppatore di software, il 34% afferma di essere maggiormente produttivo quando lavora da remoto, il 90% dei nomadi digitali prevede di lavorare da remoto (addirittura) per il resto della sua carriera, il 74% dei nomadi digitali ritiene che viaggiare aumenti il proprio livello di produttività. Altri numeri: i nomadi digitali trascorrono, mediamente, 3 mesi in ogni località che scelgono, la percentuale relativa ai lavoratori a distanza a tempo pieno è aumentata dal 17% nel 2014 al 24% nel 2021, il 98% dei nomadi digitali desidera fortemente proseguire a lavorare a distanza per il resto della propria carriera. In media, i nomadi digitali lavorano 47 ore alla settimana, il 26% si affida agli spazi di coworking per svolgere il proprio lavoro, il 37% fa affidamento su bar e su ristoranti come ambiente di lavoro, il 76,1% dichiara di apprezzare l’equilibrio tra lavoro e vita privata consentito da tale modalità e il 47% si ritiene soddisfatto dell’equilibrio raggiunto tra lavoro e vita privata. Ma, sul versante prettamente retributivo e dei guadagni, quali sono le evidenze che sembrano emergere? Il reddito medio per i nomadi digitali è pari a circa 38.000 dollari all’anno, somma di cui ne impiegano in media dai 2.000 ai 3.000 dollari al mese per le loro spese: insomma, si usufruisce, stando alla media dei dati generali, di una buona qualità di vita, ma, di certo, non sembrano esserci grandi spazi per risparmiare cifre interessanti, a parte i casi che riguardano i professionisti “top level” con guadagni anche di molto superiori alla media dei loro colleghi nomadi digitali.

LIBERI PROFESSIONISTI SENZA CONFINI GEOGRAFICI

Liberi professionisti

Come riportato anche da autorevoli osservatori economici, attualmente, sarebbero ben oltre 30 milioni i nomadi digitali nel mondo e tale cifra, già di per sé estremamente considerevole, sembra destinata ad aumentare esponenzialmente da qui ai prossimi 10-15 anni, tanta è la voglia, anzi, il desiderio da parte di tanti di disporre delle rispettive giornate lavorative in modo da accrescere la qualità della propria vita, abbinando gli interessi professionali ad aspetti e a un senso squisitamente esperienziali. Pertanto, l’impennata tendenziale del numero di nomadi digitali sembrerebbe non lasciare spazio a dubbi. Gli enormi progressi avvenuti in ambito tecnologico e, soprattutto, digitale, l’evolversi dei costumi sociali, il mutare delle varie tipologie di lifestyle accompagnate da un desiderio di maggior sostenibilità e, non di meno, la marcata ricerca di un equilibrio sempre più flessibile tra il lavoro e la vita privata, di fatto, hanno aperto la strada allo sviluppo e alla diffusione della figura dei nomadi digitali, andando ben oltre i classici confini geografici (e di mentalità).

FARE I NOMADI DIGITALI O NO?

Lavoro da remoto

Di certo è che, come in tutto ciò che riguarda le scelte di vita lavorativa ed extralavorativa, prima di intraprendere una scelta da nomadi digitali, occorre considerare diversi aspetti che, di fatto, esulano dal naturale e comprensibile entusiasmo indotto dal desiderio di cambiamento in ordine al proprio lifestyle. Se si sceglie di andare in una località estera, occorre documentarsi dettagliatamente in merito alla sistemazione personale in loco e agli eventuali aspetti burocratici e fiscali connessi sia alla permanenza che al proprio lavoro. Ma non soltanto: occorre valutare con estrema attenzione anche la stretta fattibilità economica di tale scelta: oltre alla propria capacità reddituale, il costo della vita (spese per vitto, alloggio, mezzi pubblici, eccetera), la copertura sanitaria e l’assicurazione personale sono fattori cruciali che vanno analizzati sempre con grande attenzione e mai, davvero mai con superficialità.