Nell’ambito delle scelte attinenti al design e all’architettura d’interni, lo stile verso il quale orientiamo la nostra preferenza assume, al tempo stesso, un ruolo particolarmente significativo e cruciale nell’imprimere al nostro appartamento o a una parte di esso un’atmosfera e un’ambientazione anche spiccatamente ricercata e/o sofisticata. È sempre bene ricordare che, indipendentemente dallo stile che scegliamo per arredare (e, quindi, ambientare) l’interno della nostra casa, ciò che davvero conta è garantirci un’armoniosa e gradevole esperienza abitativa e ciò anche grazie a come modelliamo esteticamente il contesto nel quale viviamo: pertanto, conviene sempre perseguire il benessere personale nel momento in cui optiamo per uno stile piuttosto che per un altro. Tra le tante possibilità di scelta, lo stile minimalista (non di rado, un vero e proprio lifestyle) continua a esercitare un fascino rilevante agli occhi sia di molti proprietari immobiliari che di molti designer di interni.
IL CONCETTO DI MINIMALISMO È SEMPRE ATTUALE
Nel dettaglio, il termine minimalismo descrive una tendenza pressoché costantemente presente nel mondo del design e dell’architettura in cui il soggetto, inteso come entità materiale destinata all’arredamento, è strettamente ridotto ai suoi elementi essenziali. I progettisti impegnati nell’architettura e nel design minimalista, in genere, concentrano la propria attenzione sulla connessione tra due piani perfetti, riservando un ruolo di primo piano a un’illuminazione elegante, oltre che agli spazi appositamente lasciati vuoti dalla rimozione di forme tridimensionali in un progetto architettonico. Storicamente, l’architettura e lo stile minimalista diventarono popolari alla fine degli anni ’80 a Londra e a New York, metropoli culturalmente effervescenti dove architetti e stilisti erano soliti lavorare insieme nell’allestimento delle boutique in modo da raggiungere una valorizzante semplicità estetica tramite l’utilizzo di elementi d’arredo di colore bianco, luci fredde e vasti spazi arricchiti sia da oggetti che da mobili di ridotte (a volte, ridottissime) dimensioni. Per quanto riguarda il design minimalista, si tratta di uno stile che fu marcatamente influenzato dal design e dall’architettura tradizionali giapponesi.
TUTTO NASQUE DA UN MOVIMENTO ARTISTICO
Su tale versante, le opere degli artisti De Stijl sono un riferimento importante: De Stijl, anche conosciuto con il nome di Neoplasticismo, fu un movimento artistico fondato nei Paesi Bassi nel 1917 con la pubblicazione del primo numero della rivista “De Stijl” fondata da Theo van Doesburge. Quel movimento artistico ampliò le idee espressive organizzando con estrema precisione elementi di base come le linee e i piani. Tuttora, è tra non pochi studiosi che l’origine dello stile minimalista resta materia tendenzialmente dibattuta: alcuni di essi descrivono l’affiorare del minimalismo come una risposta rivolta alla “sfrontatezza” e al caos della vita cittadina. In Giappone, per esempio, lo stile minimalista iniziò a diffondersi negli anni ’80, quando le città del grande Paese asiatico conobbero una veloce espansione accompagnata a un vero e proprio boom di tipo demografico.
L’IDEA GIAPPONESE DI MINIMALISMO
Proprio in Giappone, ogni progetto realizzato ricorrendo allo stile minimalista, in quegli anni, fu considerato una sorta di antidoto alla presenza opprimente del traffico, della pubblicità, di grandi edifici e di ampie. L’ambiente caotico non era soltanto indotto dalla crescente urbanizzazione, dall’inarrestabile industrializzazione e dallo sviluppo della tecnologia, ma dalle tante demolizioni allora in atto di strutture immobiliari a causa delle distruzioni causate, da un lato, dal secondo conflitto mondiale e, dall’altro, dai terremoti. Di certo, la filosofia relativa al design minimalista non arrivò in Giappone passando da un altro Paese, dal momento che faceva essa già era parte integrante della stessa cultura giapponese radicata nella filosofia Zen e non è un caso che qualche studioso ha attribuito il movimento del design direttamente alla spiritualità e alla visione della natura già esistenti in Giappone.
LESS IS MORE
Ma, oltre a tutto ciò, c’è un modo di dire che chiama in causa ed esprime un concetto minimalista: si tratta di “less is more” (“meno è più”), motto coniato dall’architetto Ludwig Mies van der Rohe (nato nel 1886 e scomparso nel 1969) per descrivere la sua idea di estetica che consisteva nel disporre i componenti necessari di una casa in modo da creare un’impressione immediata in grado di valorizzare pochi dettagli per molteplici obiettivi visivi e funzionali come, per esempio, nel caso di un progetto di un pavimento strutturato per svolgere anche funzioni di riscaldamento. In linea generale, il concept di architettura e di stile minimalista poggia sullo spogliare ogni elemento fino alla sua qualità essenziale e raggiungendo una sostanziale semplicità. Nonostante questo assunto di base, l’idea e, quindi, lo stile minimalista non sono totalmente privi di decorazioni, ma tutte le parti coinvolte, ogni dettaglio e ciascun elemento d’arredo sono considerati ridotti a uno stadio nel quale nulla può ancora essere rimosso per ottimizzare ulteriormente il design.
I PRINCIPI ISPIRATORI DELLO STILE MINIMALISTA
In modo particolare, gli architetti che si ispirano al minimalismo non considerano solamente le qualità fisiche delle unità immobiliari: difatti, essi assegnano un ruolo centrale alla dimensione spirituale e a ciò che viene definito come “l’invisibile”, “ascoltando” le figure (immagini) in sé e prestando una pressoché pignola attenzione ai dettagli, alle persone coinvolte, allo spazio interno ed esterno, alla natura circostante e ai materiali utilizzati, dal momento che tutti questi elementi vengono considerati cruciali nella ricerca dell’essenza della luce naturale e del contesto. L’approccio minimalista, dunque, lo stile minimalista consente di aprire un dialogo con l’ambiente limitrofo in modo da scegliere i materiali ritenuti maggiormente essenziali rispetto ad altri ai fini sia della realizzazione architettonica che della creazione di relazioni tra gli edifici e i luoghi.
SEMPLICITÀ ED ESSENZIALITÀ COSTANTI
Nell’architettura realizzata in stile minimalista, gli elementi di design sono appositamente impostati con l’obiettivo di veicolare il messaggio della semplicità ed è proprio per questo che le forme geometriche di base e gli elementi senza alcuna decorazione insieme ai materiali semplici impiegati e al ripetersi intenzionale delle strutture componenti il progetto rappresentano un duplice senso orientato all’ordine e alla qualità sostanziale. Lo stile minimalista applicato all’architettura e al design è anche un percorso (concettuale e operativo) diretto alla stretta semplificazione degli ambienti destinati al nostro vivere quotidiano perché semplificare, in molti casi, significa anche agevolare, rendere maggiormente easy una o più attività esperienziali quotidiane, di pari passo, aumentando il livello di armonia riscontrabile negli spazi interessati.