Come noto, sono diverse le possibilità per investire in modo da far fruttare il proprio denaro: ciò non riguarda soltanto l’ambito strettamente finanziario (azioni, titoli obbligazionari, eccetera), ma anche quello immobiliare. Difatti, anche nel nostro Paese, non sono pochi coloro che si orientano verso l’acquisto di almeno una unità immobiliare per ricavarne un significativo guadagno derivante dalla locazione o, addirittura, dalla vendita successiva dell’immobile in questione, magari, dopo aver apportato adeguate migliorie tramite interventi di ristrutturazione. D’altronde, è sempre bene tenere presente che “investire nel mattone”, come si è soliti dire da moltissimi anni, è un’opzione particolarmente diffusa, almeno nel suo significato, in ampi strati della popolazione. In particolare, come emerso anche in un recente report del 2023 diffuso da FIMAA (Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari aderente al sistema Confcommercio-Imprese per l’Italia), realizzato interrogando un ampio campione di operatori ad essa aderenti, ha evidenziato come la casa, intesa proprio come bene immobiliare, debba essere considerata, di fatto, come un “bene rifugio contro la guerra e l’inflazione”.
IN ITALIA, SI INVESTE ANCORA NEL MATTONE
In effetti, se si osservano sia gli andamenti dei trend inflazionistici che l’impatto sul versante economico e finanziario indotto da varie turbolenze internazionali, gli acquisti immobiliari effettuati come investimento confermano una sostanziale e tendenziale affidabilità agli occhi di non pochi nostri connazionali. In merito, l’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, di recente, ha esaminato le compravendite concretizzate dalle sue agenzie presenti sul territorio italiano. Da tale analisi, risulta che, nel 2023, il 19,5% degli acquisti immobiliari è stato realizzato per investimento e questa percentuale è la più alta registrata nel corso degli ultimi anni. Pertanto, il 2023 ha evidenziato che l’investimento immobiliare gode di ottima salute anche perché sostenuto dagli elevati tassi di inflazione che hanno indotto molti risparmiatori a indirizzare i rispettivi risparmi proprio verso il comparto degli immobili.
Ma cosa si è verificato prima del 2023? Nel periodo compreso tra il 2012 e il 2022, le percentuali degli acquisti immobiliari per investimento si sono attestate tra il 16% e il 18% sul totale delle compravendite, ma, nel 2023 e per la prima volta, è stata superata la soglia del 19% e ciò dimostra che una marcata dinamicità da parte degli investitori. Su tale versante, i livelli minimi erano stati raggiunti nei bienni 2014-2015 e 2020-2021 (in quest’ultimo biennio, a causa dell’insorgere della gravissima crisi sanitaria. Se, in sede di analisi, si considerano unicamente le grandi realtà urbane italiane, la quota media relativa agli acquisti immobiliari per investimento risulta più alta rispetto alla media nazionale e, nello specifico, si attesta al 28,6%: anche in tale ambito, emerge un incremento, rispetto al 2022, quando il dato si attestava al 24,9%.
ECCO DOVE SI INVESTE DI PIÙ
Sempre in Italia, è Verona che, tra le grandi città, nel 2023, evidenzia la percentuale più elevata di acquisti immobiliari per investimento: 43,1% del totale delle compravendite. Poco distanziate dal dato veronese, seguono le città di Napoli (41,2%), Palermo (35,3%) e Milano (35%). A Bari, gli acquisti immobiliari per investimento rappresentano il 32,7% delle transazioni totali. Poi, come contenuto nel report, “dal 23% in giù, Firenze, Torino, Roma, Genova e Bologna”. Da notare che, appena due anni fa, la città di Napoli si collocava in testa alla classifica, ma con una percentuale più contenuta rispetto a quella registrata nel 2023. In linea generale, tutte le grandi realtà urbane del nostro Paese, rispetto al 2022, mostrano percentuali di investimento immobiliare in fase crescente o stabili. Ma, in Italia, chi è che investe sul versante immobiliare? La fascia di età più attiva in tale mercato è quella di età compresa tra i 45 e i 54 anni e rappresenta il 29,5% del totale, seguita dalla fasce di età 35-44 anni (22,7%) e 55-64 anni (21,6%). Va detto che percentuali sostanzialmente molto simili emergevano anche nel corso del 2022. Per quanto riguarda le tipologie di unità immobiliari protagoniste, anche durante il 2023, quella più gettonata per finalità di investimento è stata il bilocale (34,8%), seguita dal trilocale (27,7%), mentre simili percentuali si erano rilevato anche durante gli anni passati.
CHI E COME INVESTE CON GLI ACQUISTI IMMOBILIARI
Nell’ambito delle unità immobiliari indipendenti e semindipendenti, dopo l’incremento delle compravendite registrato nel 2021, tali immobili sono tornati ad attestarsi ai livelli del 2020 (13,2%). In ampia prevalenza, a fare acquisti immobiliari per investimento sono coppie e nuclei familiari che rappresentano il 69,4% degli acquirenti totali, mentre il 28,8% di tali investitori sono single. In particolare, è nel corso degli ultimi anni che si è evidenziata una crescita progressiva della percentuale di acquisti immobiliari per investimento da parte proprio di single, la cui percentuale è passata dal 25,8% del 2019 fino ad attestarsi al 30,6% del 2023. In genere, risulta che la maggioranza degli acquisti immobiliari per investimento avviene con pagamento in contanti (88,1%), mentre appena l’11,9% degli investitori fa ricorso al credito bancario e tale percentuale evidenzia una ulteriore diminuzione rispetto agli anni scorsi, quando non era mai andata sotto quota 14%.
A livello generale e da parte degli acquirenti, emerge una maggiore dose di prudenza relativa all’acquisto del nuovo e ciò anche in seguito all’aumento dei tassi di interesse che, in genere, ne ha ridotto significativamente la capacità di spesa. Nel 2023, si è registrata una contrazione delle compravendite di immobili di nuova costruzione pari al -19,6% rispetto all’anno precedente, mentre è nelle grandi città che i valori immobiliari del nuovo riportano un aumento pari al +0,6 %, un tasso di crescita marcatamente più basso rispetto all’anno precedente. Da notare che, negli ultimi dodici mesi, si è assistito a una successiva riduzione della percentuale di acquisti immobiliari effettuati ricorrendo a un mutuo: difatti, la crescita progressiva dei tassi di interesse ha indotto gli investitori ad acquistare senza il supporto delle banche. Una situazione complessa, quindi, ma che, malgrado il rialzo dei tassi di interesse, la pressione inflazionistica e un clima psicologico ancora tutto da chiarire per quanto riguarda la propensione a mettere mano al portafogli, gli acquisti immobiliari per investimento confermano una vivacità di sicuro interesse e, allo stesso tempo, di impulso al comparto in questione.