La congiuntura economica in atto è caratterizzata da significative turbolenze di scenario indotte, in ampia prevalenza, dall’andamento al rialzo dell’inflazione e ciò, di fatto, tende a modificare i comportamenti dei cittadini, in modo particolare, nell’ambito della gestione del proprio denaro. Come noto, il rialzo dei prezzi (inflazione 2023) sia delle materie prime che dei prodotti di largo consumo, unitamente alla complicata situazione internazionale (invasione dell’Ucraina da parte della Russia) e all’aumento dei costi delle utenze domestiche (energia elettrica e gas), sta mettendo a dura prova il portafoglio di non pochi nostri connazionali: da tutto ciò, emerge un clima di fiducia (“sentiment”, per dirlo come gli anglosassoni) prevalentemente orientato verso un senso di più o meno palpabile incertezza.

Una congiuntura complessa, ma con le opportunità offerte dal comparto immobiliare

Pertanto, è a causa dell’aumento del costo della vita quotidiana che molti cittadini italiani sono preoccupati non soltanto per il loro presente, ma anche per il loro stesso futuro. Nell’attuale panorama, investire in prodotti di tipo finanziario è un’attività che, a sua volta a causa delle turbolenze economiche in corso, non sempre riscuote un marcato interesse da parte dei risparmiatori, preoccupati per le oscillazioni borsistiche che possono spingere, anche in breve tempo, verso il basso i rendimenti: certamente, va detto che questo non accade sempre e non si verifica per tutti i prodotti finanziari, ma è indubbio che una certa insicurezza viene percepita da molti e ne frena la voglia di dirigersi con decisione verso tale opzione. Ed è proprio in un contesto generale come quello attuale che, nonostante le criticità, il settore immobiliare, più che in altri periodi, riveste un importante ruolo in tema di (nuove) opportunità.

L'analisi realizzata da FIMAA

Un recente report diffuso da FIMAA (Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari aderente al sistema Confcommercio-Imprese per l’Italia) e realizzato interpellando un significativo campione di operatori ad essa aderenti ha evidenziato come la casa, intesa come bene immobiliare, vada considerata come un “bene rifugio contro la guerra e l’inflazione”. Le risposte ai quesiti dell’indagine, fornite dai rilevatori FIMAA (tramite un apposito questionario somministrato on line e con metodologia CAWI - Computer Assisted Web Interviewing) hanno riguardato sia le città che le province di Ancona, Asti, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Catania, Chieti, Cremona, Cuneo, Enna, Ferrara, Firenze, Foggia, Forlì-Cesena, Genova, Grosseto, Livorno, Lucca, Macerata, Mantova, Matera, Messina, Milano, Modena, Monza e Brianza, Napoli, Novara, Olbia-Tempio, Oristano, Padova, Pavia, Perugia, Pesaro e Urbino, Piacenza, Pordenone, Ragusa, Ravenna, Roma, Sassari, Savona, Taranto, Trento, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Verona e Viterbo, consentendo di stilare un indicativo quadro congiunturale riferito all’attuale momento del mercato immobiliare e dei prossimi quattro mesi.

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Ecco le proposte immobiliari pìù ricercate in Italia

Ma vediamo i numeri: durante il 2022, nel nostro Paese, le compravendite immobiliari hanno registrato un aumento pari al +5,4% rispetto all’anno precedente. Inoltre, i prezzi medi relativi alle vendite sono cresciuti con l’identica percentuale del 2021 (+3%, dati Istat). Quello che emerge è un mercato ancora solido nelle sue componenti fondamentali, seppure con percentuali di crescita, secondo quanto sottolineato nel report, “più limitate”. A evidenziarsi è anche un’offerta di abitazioni messe in vendita in diminuzione secondo quanto segnalato dal 71,2% degli operatori interpellati. A riscuotere un particolare interesse nel nostro domestic market sono determinate proposte immobiliari con specifiche caratteristiche: nel dettaglio, l’appartamento maggiormente richiesto (76,6%) è quello con ingresso indipendente, localizzato in area periferica o nell’hinterland delle città (40,3%), con classe energetica medio-alta (40,5%), già ristrutturato (36,6%) e dotato di un terrazzo o di un balcone (53,8%).

Nell’ultimo biennio, sembra essersi rafforzata la richiesta di unità immobiliari con classe energetica alta: B, C o D risultano le ipotesi indicate dal 40,5% del campione. Mediamente, il terrazzo o il balcone riportano le preferenze da parte del 53,8% delle richieste, preferenze la cui percentuale si attesta al 60,8% nel regioni settentrionali e che vengono superate dalle richieste di giardino o di cortile privato nelle regioni centrali, meridionali e insulari (rispettivamente, 50,7% e 51,9%). Vista la situazione relativa al rialzo dei prezzi delle utenze domestiche, non è un caso che la tipologia di riscaldamento maggiormente richiesto riguarda quello autonomo (preferenze pari al 98,9%).

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Cresce la voglia di acquistare casa

Insomma, malgrado l’inflazione 2023 e a livello tendenziale, cresce la voglia di acquistare casa, ma con un marcata attenzione rivolta a caratteristiche specifiche. Sul versante delle previsioni, l’indagine targata FIMAA stima che, per i primi tre mesi di quest’anno e in merito alle variazioni dei prezzi, il 55,3% degli agenti immobiliari aderenti all’associazione ipotizza una variazione identica a quella registrata durante l’ultimo quadrimestre dello scorso anno e pari al +3,1%. Passando al mercato degli affitti, nell’ultimo quadrimestre del 2022, per quasi l’80% degli operatori immobiliari interpellati, la domanda è andata ulteriormente rafforzandosi. Per i canoni di affitto, il 51,4% degli interpellati indica un aumento percentuale maggiore rispetto a quello del quadrimestre precedente ed è per i primi quattro mesi del 2023 che il 49,2% presume una variazione del numero dei contratti che si attesterà sugli stessi livelli della parte finale del 2022.

In sintesi, Malgrado la particolare situazione economica congiunturale in atto, contraddistinta dall’instabilità internazionale causata dal conflitto tra Russia e Ucraina, dal rialzo sia del trend inflativo che dei tassi dei mutui, quello che viene comunemente definito il mattone si conferma un vero e proprio bene rifugio. Come dichiarato in una nota da Santino Taverna, Presidente di FIMAA, “l’inflazione, in particolar modo, rappresenta un fattore bifronte per il mercato immobiliare perché, da un lato, invoglia a investire i risparmi in modo sicuro con l’acquisto immobiliare e, dall’altro, erode il potere di acquisto delle famiglie”.

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Investire in modo proficuo nel mattone

Uno scenario complesso che, nonostante tutto, non frena la voglia di acquistare casa da parte degli italiani, anzi, è proprio dal quadro generale che emerge come l’attuale domanda sia prevalentemente indirizzata verso gli immobili già efficientati energeticamente: in tale ambito, quindi, a dettare un nuovo trend del mercato è la crescente esigenza avvertita da molti nuclei familiari di ottimizzare la gestione dei costi sia dell’energia che del riscaldamento.

Di fatto, anche le dinamiche economiche contingenti sembrano nettamente confermare che risiede proprio nel mercato immobiliare una significativa opportunità che consente di mettere al riparo il capitale investito, offrendo la possibilità di ricavare un profitto derivante, oltre che da un’operazione successiva di vendita, anche da una rendita immobiliare nel momento in cui si scelga di acquistare un immobile per darlo, in seguito, in locazione.